Nidi: rette chiare, più economiche e semplificazione nelle riduzioni

Un nuovo modo di calcolo delle tariffe dei nido, più intuitivo, più chiaro, che sia di facile lettura da parte di tutti e armonizzato con tutti gli altri comuni dell’Unione.

Il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione del sistema Regioni e Enti locali un fondo complessivo di 209 milioni di euro per sostenere il sistema nazionale integrato di educazione e istruzione per i bambini da zero a sei anni: all’Emilia-Romagna sono stati destinati 20 milioni di euro, che sono stati
ripartiti tra i Comuni della Regione.

Queste risorse provengono dallo specifico fondo istituito in attuazione di uno dei decreti attuativi della legge 107/2015 (Buona Scuola). SI tratta di risorse che si sommeranno ai contributi che la Regione ogni anno stanzia per la qualificazione dei servizi educativi.

E’ la prima volta lo Stato investe una somma così cospicua sui nidi e questo significa riconoscere l’importanza di questo servizio per i più piccoli e significa di conseguenza intervenire per contenere le rette, abbassarle, migliorare e intensificare la formazione del personale, riqualificare i servizi nel loro complesso.

Il nostro Comune destinerà i fondi messi a disposizione dal riparto regionale (238,000 euro) alla gestione dei servizi educativi per l’infanzia, soprattutto quelli per bambini da 0 a 3 anni, per rendere possibile un effettivo contenimento e una riduzione delle rette a carico delle famiglie.

A questo proposito siamo dunque passati a formulare un nuovo sistema di definizione delle rette che possa tenere conto di questa novità che auspichiamo resti come sostegno strutturale anche per i prossimi anni. Allo stesso tempo abbiamo colto l’occasione per fare un primo passo verso una prima armonizzazione dei sistemi tariffari di Unione per il servizio Nidi.
In quale modo? Adottando un principio condiviso tra tutti e sei i comuni dell’unione in base al quale le rette saranno definite secondo una tabella articolata per fasce isee.

Perchè una tabella? Per motivi di trasparenza e chiarezza, come condiviso con i sindacati, così che ogni famiglia possa all’occorrenza verificare la tariffazione che possono tenere a casa in copia e allo stesso tempo avere sott’occhio il quadro tariffario complessivo.

La formulazione proposta in delibera inoltre prevede di poter mantenere comunque flessibile il sistema nella sua definizione degli scaglioni isee, così da adattarsi a nuove situazioni – potrebbe verificarsi ad esempio il caso in cui il finanziamento di cui sopra non venisse più erogato, oppure il caso in cui invece ci sia la possibilità di abbassare ulteriormente le rette e semplificare la
suddivisione in scaglioni – dunque, per permettere una più veloce revisione, (che speriamo sempre migliorativa!) pensiamo utile questo tipo di formulazione.

Altro tema affrontato riguarda i certificati pediatrici.
Per andare incontro alle famiglie abbiamo aggiunto questa modifica a seguito della misura adottata dal Ministero della Salute, per la quale non si rende più necessario presentare il certificato pediatrico dopo i 5 giorni di assenza dal servizio. Se da un lato, ai fini della RIAMMISSIONE non occorre più presentare
tale certificato, per il nostro regolamento comunale restava comunque necessario presentarlo per ottenere lo sconto sulla retta. Purtroppo abbiamo poi constatato che tali certificati venivano prodotti a pagamento (in alcuni casi ad un costo di 30 euro) cosa che scoraggiava la famiglia a richiedere lo sconto che in molti casi veniva appunto neutralizzato se non addirittura superato dal costo del certificato pediatrico stesso.
Così abbiamo stabilito un “tetto” di assenze, intese per periodi pari o superiori ai 5 giorni e inferiori alle tre settimane, come dall’art. 19 comma 1 lett. e) del Regolamento, per le quali non si richiede certificazione ai fini della riduzione sulla retta. Superate quelle tre settimane di “franchigia” occorre poi, per avere lo sconto, presentare la relativa certificazione. Si può criticare questa proposta affermando che così facendo ci saranno famiglie che anche in casi diversi dalla malattia possano approfittare di questa agevolazione.
Va tuttavia considerato che spesso, nella primissima infanzia, i bimbi si ammalano di frequente e dunque questa “franchigia” si consuma velocemente.

Redatto con il contributo dell’Assessore Simona Sangiorgi.

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