Se ne è andato Guido Mariani

La scomparsa di Guido Mariani, il cordoglio del sindaco Massimo Isola e il valore del MAP

La mattina del 2 aprile, all’età di 71 anni, è venuto a mancare il ceramista faentino Guido Mariani. La sua formazione artistica parte dall’Istituto d’Arte Ballardini di Faenza sotto la guida di grandi maestri come Angelo Biancini e Carlo Zauli per poi proseguire all’Accademia di belle arti di Napoli. Terminati gli studi, Mariani tornò a Faenza dove ha insegnato per anni ‘Progettazione al Corso di Restauro dell’Istituto Ballardini. Nella sua carriera ha partecipato a tantissimi concorsi e manifestazioni artistiche, in Italia e all’estero oltre ad essere stato nominato membro dell’Accademia internazionale della Ceramica di Ginevra. Tantissime le mostre e i riconoscimenti ricevuti, tra i quali, nel 1980, il prestigioso Premio Faenza del Museo internazionale delle ceramiche.

“La scomparsa di Guido Mariani -dice il sindaco di Faenza, Massimo Isola- mi addolora nel profondo. È stato uno dei grandi artisti del Novecento faentino, un grande intellettuale. Personalmente era un grande amico con il quale avevamo costruito un dibattito importante nel campo della ceramica. Guido Mariani è stato Premio Faenza e questo lo aveva portato ad essere uno degli esponenti dell’arte contemporanea che proponeva un linguaggio artistico di rottura nella storia dell’arte concettuale faentina. Guido, prima ancora di fare ceramica amava pensare, era dunque un profondo intellettuale artistico che ha lasciato profondi segni della sua produzione in Italia, al Mic, al Museo all’aperto e nell’intera penisola ma anche all’estero. Guido era una figura con una grande vivacità intellettuale che ci mancherà molto e mancherà all’intero dibattito artistico”.

E’ questa la potenza e la bellezza del MAP, il museo all’aperto della nostra città: poter godere del fascino delle opere di un grande artista faentino, purtroppo prematuramente scomparso a causa del covid pochi giorni fa.

Nell’immagine “In principio era il caos” opera del 1996 e ubicata in via Mons. Battaglia (dietro al duomo).

In principio era il caos, una lunga e variegata opera scultorea in ceramica dalle forme astratte. Una materia potente che nel gesto istintivo sprigiona un’energia palpabile.

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