Il Consiglio Comunale dà il via libera per l’ingresso del Comune nell’Ente Parco nell’anno in cui il Parco Carnè compie 50 anni
L’ingresso di Faenza nell’Ente Parchi Romagna, che gestisce tra gli altri il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, segna la nascita di un rapporto importante, Faenza come ‘porta’ del parco con le nostre colline, i calanchi, il 505, l’Olmatello, Castel Raniero e la Colonia, Villa Orestina, il Persolino e il Museo di Scienze Naturali Malmerendi.
Si apre una strada dal grande potenziale turistico e attrattivo in un momento nel quale gli ambienti naturali stanno ritornando al centro dell’attenzione e degli interessi di noi cittadini. È sempre più ricercato un turismo sostenibile, che permetta di entrare in contatto con la bellezza e la natura.
Con questo atto non si allargheranno i confini del parco, ma diventeremo attori centrali nelle strategie future di promozione e valorizzazione del territorio.
50 anni di PARCO CARNE’
Era il 1971, quando in maniera lungimirante e anticipatoria rispetto all’istituzione delle aree protette, i comuni di Faenza e Brisighella, insieme alla Provincia di Ravenna, acquistarono un podere abbandonato per realizzare quello che è diventato il Parco Carnè, nucleo originario e “progenitore” del Parco Regionale della Vena del Gesso.
L’area del parco Carnè, oggi inserita nel parco Regionale, si estende su una superficie di 43 ettari con all’interno il centro visite, il museo naturalistico dedicato alla fauna della Vena del Gesso e la “capanna scout”.
I poggi attorno al parco Carnè sono poi inseriti nel progetto “Life” dell’Unione Europea che prevederà la creazione di boschi di roverella là dove ora sono presenti conifere alloctone.
Un anniversario importante, per un luogo del cuore, credo legato a bei ricordi di molti.