Installata una lapide in ricordo dell’evangelico faentino impiccato ed arso
A Ferrara, in pieno centro, sui muri del Palazzo della Ragione, è stata inaugurata una lapite in memoria di Fanino Fanini, evangelico faentino per la sua fede impiccato ed arso.
Un’emozione rappresentare il Comune durante questa cerimonia alla presenza dell’assessore alla cultura del Comune di Ferrara e dei rappresentanti e membri della Comunità Evangeliche Riformate Battiste in Italia. Ringrazio la Comunità Evangelica Ferrarese per aver voluto e creduto in questa iniziativa in ricordo del nostro concittadino e il Comune di Ferrara per averla sostenuta.
Fanino Fanini nacque a Faenza nel 1520, sposato con due figli faceva il fornaio. Entrò in contatto con le tesi della riforma protestante e ne fu talmente affascinato da iniziare a predicare. Per questa sua eresia nel 1547, per avere salva la vita, fu costretto ad abiurare e all’esilio al di fuori dei domìni della Chiesa. Si rifugiò a Lugo, sotto il governo dei Duchi di Ferrara. Lì il suo spirito lo portò a continuare nella sua missione. Fu incarcerato, processato e condannato a morte. Per salvargli la vita si attivarono diverse personalità, per lo più donne, tra cui la duchessa Renata, figlia del re di Francia e moglie del duca Ercole d’Este. La duchessa, che tratteneva rapporti epistolari con Calvino, fece molte pressioni sul marito tanto che lui chiese al Papa e poi al suo successore, se avesse dovuto attuare la condanna. Questioni geopolitiche e le simpatie per la riforma di sua moglie, che destavano molta preoccupazione alla corte e al papato, portarono all’impiccagione, all'”abbruciamento” del cadavere e alla sua dispersione nel Po’ a Ferrara nel 1550. Fanino Fanini aveva 30 anni.
La vita del Fanini, inserita fin da subito nei martirologi evangelici, divenne simbolo e ispirazione per molti.