Consorzio di Bonifica: prendersi cura dell’acqua

I cambiamenti climatici portano con se situazioni di possibili criticità idriche ed è per questo importante una buona gestione dell’acqua nel nostro territorio e il Consorzio di Bonifica fa proprio questo.

Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, che ci esorta ad interrogarci sull’importanza dell’acqua, contro il suo spreco e per una sua corretta gestione. I consorzi di bonifica fanno proprio questo, regolamentano i flussi delle acque, progettano e pianificano una corretta gestione.

Cosa sono i consorzi di bonifica?

I consorzi di bonifica sono enti di diritto pubblico, titolare di una funzione pubblica conferita dalla legge. Le funzioni istituzionali, proprie ed esclusive, dei consorzi di bonifica nei loro ambiti di competenza territoriale sono:

  • funzioni operative , in tema di gestione, intesa, quest’ultima, come manutenzione, esercizio e tutela delle opere, degli impianti e delle risorse naturali facenti parte del sistema bonifica;
  • funzione propositiva , in tema di pianificazione.

Il nostro territorio fa riferimento al Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale

Storia: dalle congregazioni di scolo al consorzio di bonifica

Nel territorio di pianura, la presenza di forme associate di governo delle acque ha origine antica. Fu comunque all’inizio del diciannovesimo secolo che maturò appieno la convinzione di superare un sistema di governo delle acque troppo parcellizzato, per poter finalmente avviare e portare a compimento programmi di opere, che influissero efficacemente sull’assetto idraulico del territorio.
Emerse, quindi, l’esigenza di promuovere l’istituzione di enti a struttura associativa operanti in ambito intercomunale, che riunissero i proprietari dei terreni privi di scolo naturale della pianura bolognese e ravennate.

Nacquero così le congregazioni di scolo il cui territorio di competenza era delimitato in base al criterio del bacino idrografico. La funzione affidata alle congregazioni di scolo era quella di costruire e mantenere una rete di canali che garantisse il regolare deflusso delle acque.

Il Governo Pontificio nel 1817, durante il papato di Pio VII, dispose l’istituzione delle congregazioni di scolo. In quello che è l’attuale comprensorio di pianura della Romagna Occidentale, erano presenti quattro congregazioni di scolo: Zagnolo, Fossa di Buonacquisto, Canal Vela e Fosso Vecchio, aventi sede, rispettivamente, in Imola, Conselice, Lugo e Bagnacavallo.

La bonifica non riguarda però solo la pianura, il primo consorzio di bonifica montana in Italia, costituito il 17 agosto 1917 fu il Consorzio di Brisighella – Bonifica Montana del Lamone e del Senio, con sede a Faenza. Traeva origine dal “Consorzio pei bacini montani e pei rii Calbane, Chiè e limitrofi” di Brisighella.

La bonifica idraulica di pianura

Nel comprensorio della Romagna Occidentale, l’ambito di pianura coincide con la vasta area in cui il sistema di scolo delle acque meteoriche è costituito esclusivamente da opere artificiali di bonifica in gestione al Consorzio, data la condizione di pensilità, rispetto al piano campagna, dei corsi d’acqua naturali che l’attraversano. Esso coincide quasi interamente con il bacino idrografico del collettore generale della rete scolante, denominato Canale di bonifica in destra di Reno. L’ambito di pianura si estende per circa 76.000 ettari dalla via Emilia al Reno, tra il Sillaro ed il Lamone. E’ articolato in quattro comparti idraulici: Zaniolo-Buonacquisto, Canal Vela, Fosso Vecchio, Savarna-Sant’Alberto-Mandriole.

E’ un territorio che annovera, sotto il profilo altimetrico, una notevole varietà di situazioni, essendovi ricompresi sia i terreni ad alta giacitura a cavaliere e subito a valle della via Emilia, a quota 40 / 50 m slm, sia i crateri di massima depressione, a quota -1 /- 2 m slm, nelle aree più orientali del comparto Savarna-Sant’Alberto-Mandriole.

Per questo motivo, uno dei primari obiettivi assegnati all’azione di bonifica nel territorio di pianura è la separazione della rete scolante di acque alte dalla rete di acque basse, assolutamente necessaria per garantire ai terreni a giacitura più depressa infrastrutture di scolo autonome, talora servite da impianti idrovori.

L’azione di bonifica non si esaurisce con la costruzione delle infrastrutture di scolo, in parte risalente ai secoli precedenti, ma è una conquista quotidiana, resa possibile dalla continua attività di manutenzione, esercizio e vigilanza delle opere di bonifica esistenti e senza tale azione, vi sarebbe una rapida regressione alle condizioni primordiali.

Per adempiere alle funzioni di cui è titolare nel territorio di pianura, il Consorzio gestisce attualmente canali artificiali di scolo per uno sviluppo lineare di circa 963 Km, 20 impianti idrovori e più di 1.000 manufatti ed opere di regimazione idraulica.

I canali della rete scolante consortile hanno attualmente uno sviluppo lineare complessivo di circa 963 Km: 482 Km di canali di scolo + 481 Km di canali ad uso promiscuo (scolo ed irrigazione)

Nel distretto di pianura del comprensorio consortile vi sono attualmente 19 gruppi di pompaggio aventi funzioni di scolo meccanico delle acque, a servizio delle aree a giacitura più depressa, impossibilitate a scolare a gravità.

I canali pubblici di scolo, dimensionati in origine per servire un territorio prevalentemente agricolo, devono far fronte a crescenti valori di portata che, in taluni casi, superano la loro capacità di smaltimento. In queste condizioni la soluzione sono le casse d’espansione.

La bonifica montana

L’ambito montano della Romagna Occidentale si estende per circa 124.000 ettari, comprendendo le vallate del Santerno, del Senio, del Lamone e del Marzeno. Il confine nord dell’ambito montano corrisponde, in massima parte, alla linea della via Emilia, mentre il confine sud è rappresentato dal crinale appenninico tosco-romagnolo. Il Consorzio si occupa di programmazione, progettazione ed esecuzione di numerosissimi interventi di sistemazione idraulico-agraria ed idraulico-forestale diffusi capillarmente nel territorio, atti a dare stabilità ai suoli, a prevenire e consolidare le erosioni ed i movimenti franosi, a garantire una corretta regimazione dei corsi d’acqua, a mantenere le opere di viabilità minore.

Una delle principali tipologie di intervento è rappresentata dalla costruzione di briglie, opere realizzate nei corsi d’acqua, in grado di ridurre la pendenza degli alvei e, quindi, la velocità della corrente, nonché di far sedimentare, a monte delle stesse, le materie trasportate. Altri interventi particolarmente diffusi sono i drenaggi realizzati per il consolidamento dei versanti instabili.

Particolarmente significativa è anche l’attività di difesa del suolo nella fascia calanchiva delle argille plioceniche, questa oltre ad aver consentito di recuperare all’uso produttivo agricolo più di 6.000 ha di aree dissestate, previene efficacemente il degrado nelle restanti parti del territorio.

Gli interventi del Consorzio riguardano anche l’acquedottistica rurale, nonché la progettazione e realizzazione di invasi irrigui collinari aziendali ed interaziendali.

Gli acquedotti rurali, alimentati da sorgenti perenni, servono duemila unità poderali sparse, ubicate in luoghi dove, generalmente, non è possibile l’estensione della rete delle aziende idriche, se non a costi proibitivi.
Gli invasi irrigui collinari, in progressiva diffusione nel territorio, rappresentano la più efficace soluzione praticabile per soddisfare le esigenze di approvvigionamento idrico del comparto agricolo. Lo sviluppo di tali colture, in un territorio carente di risorse idriche per la presenza di corsi d’acqua a carattere torrentizio e per la modesta entità delle precipitazioni nel periodo estivo, non può ormai prescindere dalla disponibilità delle riserve d’acqua accumulate negli invasi nei periodi piovosi. Gli invasi interaziendali realizzati dal Consorzio hanno una capacità massima che può variare dai 100.000 ai 250.000 metri cubi.

Irrigazione

Pianura

Per le finalità irrigue, viene utilizzato principalmente il Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.), una delle più importanti opere idrauliche italiane. Complessivamente, il C.E.R. ha un percorso di oltre 148 Km e serve un’area di oltre 3.000 km2 ed è alimentato con acqua del Po. L’opera di derivazione si trova sulla sponda destra del Po, in località Salvatonica di Bondeno.

Le opere che compongono il sistema C.E.R. sono affidate alla gestione del Consorzio di bonifica di secondo grado per il Canale Emiliano Romagnolo, a cui sono associati vari Consorzi, tra cui quello della Romagna Occidentale.

Montagna

Nel ambito montano, l’impegno del Consorzio riguarda l’acquedottistica rurale, nonché la progettazione e realizzazione di invasi irrigui collinari interaziendali e aziendali. Gli acquedotti rurali, alimentati da sorgenti perenni e da allacciamenti al servizio idrico, servono 2.000 unità poderali sparse, ubicate in luoghi dove, generalmente, non è possibile l’estensione della rete delle aziende idriche, se non a costi proibitivi. Gli invasi irrigui collinari, in progressiva diffusione nel territorio, rappresentano la più efficace soluzione praticabile per soddisfare le esigenze di approvvigionamento idrico di un comparto agricolo caratterizzato dalla massiccia presenza di colture frutticole idroesigenti, ad elevato indotto occupazionale. Gli invasi interaziendali realizzati dal Consorzio hanno una capacità massima che può variare dai 100.000 ai 250.000 metri cubi.

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