Premesso
che
- i consiglieri
comunali sono stati informati dai sindacati e dalla RSU dello
stabilimento Cisa Allegion di Faenza che, ad un recente incontro a
cui gli stessi venivano convocati a Roma presso il Ministero dello
Sviluppo Economico, l’attuale dirigenza annunciava l’esubero di
258 lavoratori e lavoratrici di cui 238 a Faenza e 20 a Monsanpolo; - la proprietà a
fronte di tale scelta ha omesso la presentazione di un piano
industriale; - a fronte di tale
situazione, vi è il giustificato timore che questo sia solo il
primo passo verso una delocalizzazione totale dell’azienda con la
perdita completa dei posti di lavoro;
il
Consiglio Comunale di Faenza esprime
piena
solidarietà e sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori di Cisa
Allegion e alle lavoratrici e lavoratori dell’indotto, schierandosi
al loro fianco e dando completa disponibilità ad operare in ogni
direzione per il buon esito della vicenda e aderisce alla
manifestazione prevista per sabato 4 luglio alle ore 09.15 davanti
allo stabilimento CISA 2 in Via Granarolo.
Inoltre,
Chiede
al Sindaco
- di
attivarsi presso la Regione Emilia-Romagna, i parlamentari di
riferimento del territorio e il Governo affinché mettano in campo
tutte le azioni necessarie per il riconoscimento e la tutela dei
diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di Cisa Allegion;
Chiede
all’Unione della Romagna Faentina
- di
adoperarsi affinché tutte le amministrazioni locali siano coinvolte
nelle azioni di sostegno e tutela dei posti di lavoro e di
salvaguardia delle attività imprenditoriali del territorio
Chiede
alla Regione Emilia-Romagna
- di
sollecitare la proprietà Allegion a presentare il piano
industriale, rinunciando alla ingiustificata strategia degli
esuberi; - qualora
ve ne fosse bisogno, di predisporre tutti gli strumenti necessari
alla riqualificazione del personale coinvolto e alla condivisione
degli incentivi per nuovi investimenti;
Chiede
al Governo
- di
adoperarsi presso la proprietà Cisa Allegion, affinché il 16
luglio 2015 venga presentato un serio e approfondito piano
industriale, che consenta l’individuazione e la condivisione di
soluzioni diverse da quella di delocalizzare il comparto produttivo,
evitando così il taglio del personale in esubero; - di
attivarsi con immediatezza perché anche in Italia vengano approvate
nuove norme che disincentivino e, nei casi più gravi, impediscano
alle proprietà di delocalizzare le aziende con corrispondente
perdita di posti di lavoro, così da rispettare il dettato
costituzionale che fonda la nostra Repubblica sulla tutela e la
dignità delle lavoratrici e dei lavoratori