Allggi ai Rom

Il punto di vista mio e del PD sulla raccolta firme promossa da Lega Nord contro gli alloggi popolari ai Rom

Certamente il tema Rom nella nostra città è particolarmente sentito, una questione dibattuta da anni senza che si sia raggiunto un punto di arrivo. Se c’è una cosa su cui anche il Partito Democratico non ha dubbi, è nel ritenere non sia accettabile che una parte della popolazione residente, seppur piccola, viva al di fuori delle regole sociali e nell’illegalità. 

Detto ciò, dopo aver letto con attenzione gli interventi dagli esponenti della Lega Nord faentina in merito al tema delle case popolari assegnate ai Rom, mi convinco sempre più che alcune forze politiche siano perennemente alla ricerca solo di facile consenso. Nello specifico, il “carroccio” è a priori contrario, contrario a tutto. Non va bene che i Rom stiano nei camper in giro per la città, non va bene che vengano ospitati da una parrocchia, non va bene che
risiedano in alloggi popolari. 

Evidentemente non va bene nulla, l’unico slogan “i Rom a casa loro”. Ma qual’è casa loro? Casa loro è Faenza, stiamo parlando di otto nuclei abitativi che
risiedono nel nostro comune, molti dei quali a Faenza sono nati.
La Fondazione Romanì ha svolto in questo periodo un’importante azione di mediazione oltre ad una fondamentale azione di analisi e statistica della popolazione Rom cittadina, evidenziando problemi e indicando soluzioni e strade da percorrere. 

Quest’ultimo intervento dei colleghi della Lega stupisce ancora di più perchè giunge a pochi giorni da una commissione consigliare dove è stata fornita una relazione dettagliata dell’azione svolta dalla Fondazione
Romanì e dove è stato chiarito come gli alloggi popolari siano stati assegnati a nuclei famigliari con minori a carico, su disposizione del tribunale. Disposizioni a cui il Comune, ovviamente, non può in alcun modo opporsi. 

Dai minori dobbiamo partire, indicando loro un futuro, una strada per potersi integrare nella società. Questa strada è l’istruzione e l’educazione, se è vero, come affermato in una occasione pubblica dal dott. Guarnieri (della Fondazione Romanì), che a Faenza molti rom vivono ancora con regole provenienti dalla tradizione delle comunità tribali. 

Credo che una comunità coesa come quella faentina, non possa e non debba cedere a chi la vorrebbe in balia della paura dei cosiddetti “diversi”, rom o migranti che siano. Allo stesso tempo si devono proporre soluzioni concrete e percorribili di convivenza e legalità, uno sforzo evidentemente incomprensibile a chi è impegnato solo nella propaganda, senza fornire mai alcun contributo costruttivo

(sopra l’intervento della Lega Nord e sotto il mio intervento – da “Il Resto del Carlino del 8 e 9 aprile)

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