
Una legge regionale per fare sempre di più dell’Emilia Romagna la regione delle due ruote e della mobilità sostenibile.
La giunta regionale ha approvato un disegno di legge che si pone come obiettivi:
- raddoppio degli spostamenti in bici e a piedi sul territorio;
- dimezzamento entro il 2020 delle vittime su strada;
- nuovi collegamenti tra le piste esistenti, maggiore integrazione treno-bici e servizi per i ciclisti, dalla riparazione alla vigilanza;
- per ogni nuova strada, una nuova pista ciclabile, anche non adiacente, come invece prevede l’attuale normativa.
In Emilia Romagna le persone che usano regolarmente la bicicletta sono il doppio rispetto alla media nazionale: il 10% rispetto al 5%.
La legge prevede la creazione della prima Rete delle ciclovie regionali, da Piacenza a Rimini, passando per nuove piste ciclabili e ciclopedonali e, nelle aree urbane, nuove ‘zone 30’, dove velocità e traffico siano ridotti, cui associare la promozione delle “bici pieghevoli” per affiancare l’utilizzo dei mezzi pubblici.
La Regione si impegna in maniera importante su questo tema investendo entro la fine della legislatura 25 milioni di euro:
ai 10 milioni per l’applicazione della nuova legge, si aggiungono 8 milioni per i progetti dei Comuni con più di 50mila abitanti (Carpi, Cesena, Faenza, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini) e la Città metropolitana di Bologna per nuove piste ciclabili o misure di moderazione del traffico.
La parola d’ordine è incentivare l’uso della bicicletta, come elemento di mobilità sostenibile urbana ed extraurbana.
In che modo? Prima di tutto con la realizzazione di nuove ciclovie e la messa in sicurezza dei tratti presenti. Ma anche il recupero di stazioni ferroviarie e case cantoniere in strutture che offriranno servizi per i cicloturisti; noleggio bici e bike sharing; velostazioni; registri per il riconoscimento delle biciclette, parcheggi attrezzati diffusi.
A Faenza il tema della mobilità su due ruote è importante, per fortuna sono tanti i faentini che da sempre usano la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani, è una buona pratica che abbiamo il dovere di cercare di incentivare ancora di più. A breve partiranno i tavoli di progettazione del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) e di sicuro nel farlo dovremmo tenere in considerazione questa novità e capire quali azioni intraprendere nella nostra città tra cui: raccordare tra loro le tante ciclopiste già esistenti, rendere la città più bike friendly, implementare zone residenziali con il limite dei 30 km/h, identificare i prossimi percorsi di intervento e incentivare ancora di più l’uso della bicicletta.
La legge più in dettaglio:
Tra le novità, anche la possibilità di costruire le piste ciclabili anche non in adiacenza alle strade, ma su tracciati differenti.
E ancora: saranno previsti spazi per il deposito biciclette negli edifici residenziali, all’interno delle attività produttive e nei luoghi pubblici. Verranno individuate azioni per la riduzione della velocità e la realizzazione diffusa di nuove “zone 30” (limite chilometrico orario) per agevolare l’intermodalità con i mezzi pubblici, anche con la promozione delle “bici pieghevoli”. I nuovi edifici residenziali dovranno dotarsi di spazi per il ricovero di biciclette in cortile o in aree dedicate. Inoltre, nell’erogazione dei contributi regionali verranno premiati i progetti che prevedono forme di vigilanza anche tramite videosorveglianza, servizi agli utenti (riparazione, gonfiaggio, noleggio) in prossimità delle velostazioni, marchiatura registrata delle biciclette. Mentre, appunto, gli Enti in cui si rileveranno inadempienze nella manutenzione delle proprie infrastrutture e nel sostegno alla ciclabilità, non potranno beneficiare di contributi regionali.
La Rete sarà costituita da numerosi percorsi ciclabili già esistenti, da tratti da raccordare o di nuova realizzazione. Comprenderà anche le ciclovie e gli itinerari storici, a partire dall’Eurovelo, che in Italia coincide per buona parte con la Ciclovia del Sole e i suoi tremila chilometri dall’Alto Adige alla Sicilia, e da Bicitalia, il network a cura della Federazione italiana amici della bicicletta, che racchiude gli itinerari nazionali e sovraregionali. Nella rete vengono poi integrate le piste ciclabili locali e individuati i tracciati ferroviari dismessiin cui realizzare nuove vie per le due ruote ad uso turistico.
Come funzionerà la nuova legge? La Città metropolitana di Bologna, i Comuni e le loro Unioni indicheranno le reti ciclopedonali locali e programmeranno le azioni negli ambiti di loro competenza, legandole agli obiettivi di accessibilità e intermodalità con il trasporto pubblico locale. Nell’ambito del Piano regionale integrato dei trasporti (Prit) verranno individuati i criteri per orientare gli enti locali nelle loro scelte di pianificazione urbanistica. La Regione metterà a disposizione 10 milioni di euro per finanziare gli interventi degli Enti locali. Per favorire la collaborazione tra amministrazioni e associazioni del settore, la Regione promuove un Tavolo regionale per la ciclabilità.

