Approvato all’unanimità un Ordine del Giorno per esprimere a nome della città solidarietà a Liliana Segre.
Di seguito il testo approvato dal Consiglio Comunale di Faenza
Ordine del Giorno
“Solidarietà a Liliana Segre”
Il Consiglio Comunale
Preso atto che:
- Liliana Segre fu arrestata all’età di 13 anni, colpevole soltanto di essere ebrea, e fu deportata dal binario 21 da Milano ad Auschwitz-Birkenau, dove fortunatamente scampò allo sterminio nazista avendo tuttavia per un anno intero vissuto l’orrore della persecuzione fisica, psicologica e deumanizzante dei nazisti;
- la Senatrice Segre ha dedicato tutta la vita alla faticosa testimonianza della esclusione e deportazione considerando la “memoria un vaccino” contro l’intolleranza e ogni tipo di odio (culturale, razziale…), istruendo migliaia di giovani nelle scuole e nei territori italiani e che anche per questo fu nominata Senatrice a vita dal presidente della Repubblica Mattarella;
- negli ultimi mesi la Senatrice ha ricevuto quotidianamente numerosi insulti antisemiti e minacce sui social, secondo quanto riportato dall’Osservatorio sull’antisemitismo,
- la Senatrice Liliana Segre ha ritenuto opportuno presentare nel Senato della Repubblica una mozione per instaurare una Commissione monocamerale che vigili, prevenga e contrasti comportamenti ingiuriosi e di odio legati al razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, intolleranza verso ogni diversità di opinione e di altra natura;
- tale mozione il 30 ottobre è stata votata e approvata dal Senato e prevede che la Commissione si occupi in particolare di contrastare l’hate speech specialmente online, fenomeno in esponenziale aumento negli ultimi anni che si accompagna ad una crescente spirale di atti di carattere neofascista, intimidazioni, persecuzioni contro singoli e intere comunità;
- dopo tale voto al Senato gli insulti e le minacce sono diventate tali da costringere lo Stato ad assegnare alla Senatrice Segre una scorta considerando in pericolo la sua incolumità.
Sostenendo che:
- la vita e i valori che incarna Liliana Segre siano e debbano essere da esempio per tutti i cittadini italiani, e in particolare per le giovani generazioni, in quanto personifica i valori di libertà, uguaglianza e giustizia, fondanti la nostra Repubblica.
Tenuto conto della presa di posizione formale assunta in data 18 novembre 2019 dal Comitato antifascista per la democrazia e la libertà e successivamente trasmessa a tutti i capigruppo consiliari del Comune di Faenza;
ESPRIME
- ferma condanna per gli insulti, prevalentemente a sfondo antisemita e razzista, rivolti alla Senatrice a vita Liliana Segre; ed esprime altresì la propria vicinanza a quanti anche a Faenza sono stati oggetto di analoghi attacchi di matrice negazionista ed antisemita;
MANIFESTA
- la piena solidarietà alla Senatrice Segre assieme al riconoscimento per l’impegno personale contro il razzismo e l’antisemitismo;
DISPONE
- di affiggere, per la durata di giorni 60, sul loggiato della Residenza Municipale uno striscione con scritto: “LILIANA, LA TUA SCORTA SIAMO NOI” La Città di Faenza”
CHIEDE E IMPEGNA IL SINDACO
- di farsi portavoce per veicolare la solidarietà e la vicinanza della comunità faentina alla Senatrice Segre;
- ad aderire alla “Rete dei comuni per la memoria, contro l’odio e il razzismo”
- ad aderire alla manifestazione promossa da ANCI il 10 dicembre 2019 a Milano.
Il mio intervento in Consiglio:
Il testo del mio intervento:
Oggi ci troviamo in questo consiglio per esprimere piena solidarietà alla Senatrice Segre.
Solidarietà da parte della nostra comunità, della nostra città. Le offese, gli insulti, le minacce nei suoi confronti sono un’aberrazione per il nostro stato democratico.
La Senatrice Segre, in questi anni ha testimoniato l’agghiacciante verità dell’olocausto, da viva testimone ha raccontato a migliaia di giovani e di persone ciò che è stato affinché la conoscenza e la memoria non permettessero che questa ignominia si potesse ripetere.
Oggi però mi rattristo ad essere qui, mi rattristo nel dover esprimere questa solidarietà a questa immensa donna. Lo dico perché non è normale che oggi qualcuno si permetta di minacciare e colpire per l’appartenenza religiosa od etnica, eppure questo accade. Ed è questo un fallimento della nostra democrazia e del nostro Stato, vedere e sentire parole violente e negazioniste devono suscitare in noi allarme e attivare una ferma reazione, intransigente.
E no, non sono opinioni, questo è Fascismo, l’antitesi della Democrazia, l’antitesi della Politica e ce lo ricordava bene il nostro amato Presidente Pertini parlando del precetto di Voltaire.
Purtroppo oggi assistiamo sempre più spesso ad episodi di ignobile intolleranza, di negazione della storia, di indicibile violenza verbale, psicologica e anche fisica. Fa ancora più male vedere che anche alcuni politici e amministratori sdoganino parole e comportamenti che sono contrari ai principi repubblicani di libertà e democrazia. Episodi che non sono lontani, che ci ricordano costantemente l’importanza della memoria, del ricordo. Non mettere pietre d’inciampo perché possono urtare alcune sensibilità, non finanziare i viaggi della memoria nei campi di concentramento per i ragazzi delle scuole, onorare ufficialmente i repubblichini di Salò è schifoso.
Noi cittadini liberi, di una libertà nata dall’antifascismo, non possiamo rimanere immobili, non possiamo permetterci minimamente di giustificare, lasciare passare o derubricare comportamenti che partono dalla violenza, dall’odio e dalla paura. Dobbiamo essere fermi nella condanna, isolare questi episodi e punirli. Far capire che non c’è spazio per loro e non perché neghiamo il costituzionale diritto di esprimere le proprie idee, ma perché queste non sono idee, questa non è politica, è l’antitesi della Democrazia e la democrazia deve avere questo tipo di anticorpo.
Se lasciassimo anche solo un minimo spazio a questi comportamenti saremmo noi stessi complici.
Condannare queste azioni, questo clima di odio che alcuni alimentano è indispensabile affinchè tramite l’ignoranza questo non si propaghi. Il giornalista Enrico Mentana scrive: “ad Auschwitz furono uccisi tanti milioni di ebrei, sinti, rom, omosessuali, e esponenti di altre minoranze. Furono uccisi proprio per questo, perché erano ebrei, sinti, rom, omosessuali. Tra loro c’era chi aveva idee di destra o di sinistra, o di qualsiasi altro colore, o non ne aveva nessuna, o ancora non sapeva cosa fossero le idee politiche, perché era bambino. Per questo soprattutto cercare un contrappeso alla Shoah e alla memoria di cosa furono i campi di sterminio è da babbei o da ignoranti. A meno di non essere nazisti”.
Anche nella nostra Faenza qualche sera fa qualcuno si è sentito libero di urlare falsità, di negare l’olocausto e questa, ricordiamocelo, è una ferita per tutta la nostra comunità. Se non curiamo queste ferite moriremo di setticemia, di una brutta infezione. E quindi penso che il nostro Consiglio debba esprimere la solidarietà e la vicinanza alla famiglia Matatia, che è parte importante della nostra comunità e al contempo far capire a questo calunniatore che per lui qui a Faenza non c’è spazio, che la nostra città non vuole cittadini come lui.
A noi, cittadini liberi, spetta il compito di far vivere questa libertà, di sostenere la democrazia fuggendo e condannando chi mistifica la storia, chi è nostalgico del fascismo, chi guarda con interesse al periodo più buio del genere umano perché, come diceva Maria Cervi, “Nessuna conquista è per sempre. C’è sempre qualcuno interessato a toglierla, per cui resistere non è solo un dovere, ma una necessità dei giovani, altrimenti non si va avanti”.