Un curioso e assai interessante documento del 194 DC, che parla del Faentino Lucius Vespennius Proculus
Il diploma, trovato nel 1907 ad Umago in Croazia e conservato al museo Winckelmann di Tieste, era costituito da due tavolette, di cui una perduta, legate insieme mediante un cordone passante attraverso i due fori che ancora si vedono nella parte centrale.
Si tratta del diploma, o documento di congedo, che fu rilasciato, a nome dell’imperatore, a Lucio Vespennio Proculo, originario di Faenza, in Emilia Romagna. Dopo aver prestato servizio onoratamente nella Decima Corte Pretoria (corpo militare di stanza prevalentemente a Roma) il soldato ottenne dall’imperatore Settimio Severo (194-202 d.C.) il diritto di contrarre un matrimonio legalmente valido anche con una donna priva della cittadinanza romana.
Il ritrovamento presso Umago del diploma, che costituiva una copia dell’originale collocato a Roma nel tempio di Augusto del Foro, potrebbe indicare che il soldato, invece di rientrare nella città natia decise di stabilirsi in Istria, dove probabilmente aveva a lungo soggiornato nel corso della sua carriera militare.
Traduzione del testo inciso
«Io, l’imperatore Cesare Lucio Settimio Severo Pertinace Augusto, padre della patria, pontefice massimo, con la seconda potestà tribunizia, imperatore per la terza volta, console per la seconda, proconsole, ho posto qui sotto i nomi dei soldati che militarono nelle quattro coorti urbane X, XI, XII, XIIII; a costoro, che hanno militato coraggiosamente e onestamente, ho concesso il diritto di un matrimonio legale soltanto con le loro prime e uniche mogli affinché, anche se si sono uniti in matrimonio con donne di condizione peregrina, in seguito riconoscano i figli come se fossero nati da due cittadini. Il 31 gennaio durante il consolato dell’imperatore Cesare Lucio Settimio Severo Pertinace (console per la II volta) e Decimo Clodio Settimio Albino Cesare. Coorte X urbana, Lucio Vespennio Proculo, figlio di Lucio, iscritto alla tribù Pollia, originario di Faenza. Trascritto e riscontrato dalla tavola bronzea che è collocata a Roma, sul muro dietro il tempio del divo Augusto presso la statua di Minerva.»
Il testo in latino:
«Imp(erator) Caes(ar) L(ucius) Septimius Severus
Pertinax Aug(ustus), p(ater) p(atriae), pontif(ex) max(imus)
trib(unicia) pot(estate) II, imp(erator) III, co(n)sul II, proco(n)s(ul)
nomina militum, qui militaver(unt) incohortib(us) urbanis quattuor
X, XI, XII, XIIII subieci, quibus for=
titer et pie militia functis ius tri=
bui conubi dumtaxat cum singuliset primi uxoribus, ut etiam si pere=
grini[[s]] iuris feminas matrimo=
nio suo iunxerint proinde libe=
ros tollant ac si ex duobus civib(us)
Romanis natos. A(nte) d(iem) Kal(endas) Febr(uarias) imp(eratore)
Caes(are) L(ucio) Septimio Severo Pertinax IID(ecimo) Clodio Septimio Albino Caes(are) II c[o](n)s(ulibus).
coh(ors) X urb(ana)
L(ucio) Vespennio L(uci) fil(io) Pol(lia) Proculo Faventi[a].
[des]crip[t(um)] et recogni[t(um)] ex tabula a[e]=
[rea] qu(a)e fixa est Rom(a)e in muro[pos(t) templum Divi Aug(usti) ad Minervam].»